venerdì 25 aprile 2008

Treviso: violenza su bambina di 10anni. Sulle tracce del pedofilo!

Treviso, 25 apr. (Apcom) - Una bambina di dieci anni, di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso è stata violentata ieri sera nel parco pubblico dove andava a giocare, a pochi metri da casa,. E’ stata proprio la bimba a confessare la violenza subita. Tornata a casa la bambina aveva detto alla madre di avvertire forti dolori all’addome. In serata i genitori l’hanno portata al Pronto Soccorso di Conegliano, dove i sanitari hanno effettivamente constatato che la piccola aveva avuto un rapporto sessuale completo anche se non presentava segni esterni di violenza.
Quando la bambina, durante la visita, ha raccontato di essere stata violentata al parco giochi da uno straniero, sono scattate immediatamente le ricerche. Malgrado la ricostruzione della bambina sia confusa, le indagini hanno imboccato subito la pista della comunità dei nordafricani. In caserma sono stati sentiti due nordafricani per violazione della Bossi-Fini, ma a loro carico non sono emersi elementi che possano essere collegati allo stupro della bambina e i due sono stati rilasciati.
Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sulle indagini. I Carabinieri starebbero stringendo il cerchio attorno al violentatore, potrebbe essere questione di ore.

Pedofilia: il PC in riparazione fa scoprire un archivio pedopornografico di un 48enne di Bologna.

Pedofilia: il PC in riparazione fa scoprire un archivio pedopornografico di un 48enne di Bologna.

Fonte: Il Resto del Carlino 22-4-2008
ARRESTATO 48ENNE A BOLOGNA
Porta il computer a riparare, scoperto archivio pedopornografico
Migliaia di foto con protagonisti adolescenti ma anche bimbi tra i due e i cinque anni. Non è stata accertata la cessione del materiale per questo motivo il Gip ha convalidato l’arresto disponendo però la scarcerazione con obbligo di firma per l’uomo.

BOLOGNA, 22 APRILE 2008 - E’ stato ‘tradito’ dalla sua sbatataggine e dal tecnico dei computer al quale si era rivolto per riparare l’apparecchio. E’ infatti stato smascherato dall’incaricato del lavoro che, mentre operava sull’hard disc si è trovato di fronte a immagini pedopornografiche. Nel computer, infatti il 48enne arrestato aveva creato un vero e proprio archivio digitale di migliaia di fotografie e filmati con protagonisti non solo adolescenti, ma pure tanti bambini tra i due e i cinque anni.
Il riparatore ha segnalato il fatto alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna che, anche dopo una perquisizione domiciliare in cui e’ stato trovato altro materiale di quel tipo, su decisione del Pm Giuseppe Di Giorgio ha arrestato un uomo di 48 anni del capoluogo emiliano, tecnico elettronico che opera nel settore artistico.
Il Gip Alberto Gamberini ha convalidato l’arresto, disposto la scarcerazione a applicato la misura cautelare dell’obbligo di firma. Non sono emersi, comunque, elementi che facciano pensare alla cessione del materiale da parte dell’uomo ad altre persone.
La Sezione Specializzata della Polizia per il Contrasto alla Pedopornografia on-line era sulle tracce dell’uomo anche nel contesto di controlli di routine della rete internet.
Il Pm Di Giorgio, che ha coordinato l’accertamento da cui e’ scaturito uno dei rari casi di arresto in flagranza per questo tipo di reato, fa parte del pool di Magistrati della Procura di Bologna che si occupa di pornografia minorile on-line e che con la nuova legge ha competenza su tutta la regione Emilia-Romagna per questo tipo di reati. La nuova legge prevede pero’ che i Gip competenti siano quelli delle varie citta’ della Regione e questo - e’ stato fatto notare - crea qualche problema alla speditezza delle indagini, soprattutto quando ci sono da fare richieste al Gip, come ad esempio le autorizzazioni alle intercettazioni.

Sergio Marzola - Condanna a 10 anni di carcere per pedofilia

Fonte: RaiNews24 - Ferrara | 23 aprile 2008
Condanna a 10 anni di carcere per pedofilia
Sul caso ha indagato la polizia postale Sergio Marzola, 43 anni, e’ stato condannato dal gup a 10 anni di carcere con giudizio abbreviato. La confessione dell’uomo, arrestato un anno e mezzo fa, diede il via a una vasta inchieste europea sulla pedofilia via internet con sviluppi anche in Usa. Il condannato, di professione webmaster, dovra’ pagare 60.000 euro come pena accessoria e rifondere i danni materiali, per ora fissati a 50.000 euro di provvisionale, a due bimbe belghe e alla loro mamma, che abitano a Bruges e si sono costituite parte civile.
L’inchiesta partita da un video
L’inchiesta che si e’ chiusa con la condanna di Sergio Marzola parte da molto lontano. Tutto comincio’ in Australia, nella primavera 2006, quando la polizia intercetto’ un filmato di due bambine di 13 e 14 anni ritratte in atteggiamenti sessuali: le due ragazzine parlavano un dialetto fiammingo, e cosi’ la polizia australiana invio’ quelle immagini in Olanda per approfondire le indagini, ma sbagliando, perche’ in realta’ la lingua parlata era un fiammingo belga e non olandese. Si individuo’ cosi’ che le bambine erano di Bruges, e che erano state riprese nel video mentre avevano rapporti sessuali con il loro padre: l’uomo ammise che a girare quei video, rimbalzati in tutto il mondo, era stato il ferrarese Sergio Marzola.

Un altro caso a Belluno
Un insegnante in pensione di 63 anni residente a Feltre (Belluno) e’ stato arrestato dalla polizia postale per una vicenda di pedofilia on line. L’uomo - finito in carcere una decina di giorni fa ed ora agli arresti domiciliari - avrebbe scambiato foto e materiale pedopornografico via internet con dei ragazzini. Secondo quanto riferiscono le cronache locali dei quotidiani bellunesi, l’ex insegnante si spacciava per giovanissimo nel chat in internet. Stabiliti i contatti con i ragazzini proponeva lo scambio di immagini e filmati. Sulla vicenda - fatta emergere dai genitori di un bambino - gli investigatori hanno posto il massimo riserbo per tutelare i minori, mentre accertamenti sul computer dell’uomo sono tutt’ora in corso per risalire al numero e tipo di contatti stabiliti.

Messaggio di Napolitano nella giornata dei bambini vittime della
violenza
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio in occasione della “Giornata dei bambini vittime della violenza”, organizzata dall’associazione Meter fondata da don Fortunato Di Noto, giunta quest’anno alla dodicesima edizione. Nel testo, secondo un comunicato di don Di Noto, il capo dello Stato rileva che alla “incisiva azione condotta dalle Forze di Polizia, attraverso l’utilizzo sistematico di tecnologie informatiche, va affiancata una piu’ stretta sinergia tra soggetti pubblici e privati che operano per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di abuso che destano sentimenti di ripugnanza”.

Pedofilia: arrestato un lusernese

T Fonte: Eco del Chisone

Lunedì scorso, interrogato dal giudice, ha negato tutto
Pedofilia: arrestato un lusernese
A suo carico già un procedimento penale per reati analoghi
Ha negato tutto, sostenendo che il ragazzo si era inventato ogni cosa. Questa in estrema sintesi la conclusione dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto lunedì mattina in Tribunale a Pinerolo davanti al giudice Alberto Giannone, che ha convalidato l’arresto.Intanto, almeno fino a quando il giudice non si pronuncerà sulla richiesta di arresti domiciliari, Dario Quaglia resta alla Felicina di Saluzzo. E il suo legale, Giulia Duò, fa sapere: «Il giudice si è riservato di decidere (per questo ha tempo 5 giorni, ndr): per ora non rilascio dichiarazioni».

Quaglia, 45enne residente a Luserna S.G. (dove è noto come organizzatore di sedicenti lotterie e tornei sportivi), sabato 19 è stato arrestato dagli uomini del maresciallo Raia in esecuzione ad un ordine di custodia cautelare in carcere firmato dal procuratore Giuseppe Amato e dal suo sostituto, Vito Destito.

A farlo finire in manette la denuncia di un giovanissimo che il presunto pedofilo avrebbe tentato di indurre alla prostituzione, offrendogli denaro in cambio di (inequivocabili) favori sessuali.

Accuse, quelle di violenza sessuale su minori, non nuove per Quaglia che nel marzo 2007, per analoghe contestazioni (e perfino con analoghe modalità di adescamento), era stato sottoposto agli arresti domiciliari dal Gip Marco Battiglia. Una misura poi revocata in attesa dell’udienza preliminare, fissata al 27 marzo davanti al giudice Luca Del Colle e poi rinviata, su richiesta del difensore che aveva optato per il rito abbreviato.

Nel frattempo, per Quaglia, nuovi guai che potrebbero farsi davvero seri, tenendo conto che ora c’è pure il rischio di recidiva.

L’episodio che l’ha portato in carcere risale proprio al 26 marzo (manco a dirlo, il giorno prima del processo che doveva celebrarsi a suo carico). Con un piccolo prologo datato 21 marzo. Quel giorno, stando a quanto denunciato ai Carabineri, Quaglia avvicina il sedicenne davanti alla Stazione ferroviaria di Pinerolo. Si qualifica come “Dario” e gli chiede se fosse interessato ad un lavoro di volantinaggio in vista delle imminenti elezioni politiche. Pattuito il compenso (25 euro al giorno), scambiati i cellulari e fissato l’appuntamento: cinque giorni più tardi davanti al bar Sport di Bibiana.

Il ragazzo si presenta, ma non da solo. Ad accompagnarlo c’è la fidanzata. Un imprevisto che suscita l’ira di “Dario” e che manda a monte l’incontro. “Dario” però non demorde e se prima lo insulta («terrone di merda, ti avevo detto di venire da solo») poi lo cerca (ripetutamente) al telefono. Il pomeriggio stesso si incontrano di nuovo e questa volta le avances sessuali si fanno esplicite. E pure il compenso viene precisato: 1.200 euro per soggiacere alle sue voglie. Tutto questo è emerso dal racconto del ragazzo che di quelle profferte, e dei relativi compensi, non vuole sentire neppure parlare.

È spaventato, anche perché avrebbe ricevuto sul cellulare minacce anonime (del tipo «ti spacco le gambe»), ma riesce comunque, anche spalleggiato dalla famiglia, a prendere una decisione coraggiosa: rivolgersi ai Carabineri di Luserna. Quegli stessi che sabato scorso hanno arrestato, in casa sua, il presunto pedofilo.

martedì 15 aprile 2008

Yemen,tribunale annulla matrimonio tra bambina 8 anni e 30enne

Yemen,tribunale annulla matrimonio tra bambina 8 anni e 30enne
martedì, 15 aprile 2008

SANAA (Reuters) - Un tribunale dello Yemen ha annullato oggi il matrimonio combinato avvenuto tra una di una bambina di otto anni e un trentenne, perché la piccola sposa non ha ancora raggiunto la pubertà.

La corte ha condannato la famiglia della bambina al pagamento di 250 dollari in risarcimento all’ex marito.

La bambina, hanno detto l’avvocato della piccola e l’attivista per i diritti umani Shatha Nasser, si era presentata pochi giorni fa in tribunale per intentare la causa di divorzio e denunciare gli abusi fisici subiti dal marito, accusandolo di averla costretta ad avere “rapporti sessuali con lui dopo averla picchiata”.

Il risarcimento all’ex marito è stato pagato da un volontario che ha assistito al processo, ha detto l’avvocato, senza specificare però i motivi per i quali tale risarcimento sia stato ordinato.

Nei paesi arabi che osservano le tradizioni tribali, il matrimonio tra giovani ragazze e uomini maturi è una pratica molto diffusa, ma in genere le bambine non vengono date in spose prima di aver raggiunto la pubertà.

Tali matrimoni combinati sono talvolta determinati dalle difficili condizioni economiche delle famiglie in Yemen, uno dei paesi non-africani più poveri al mondo.

venerdì 11 aprile 2008

Elezioni 2008: Roberta Lerici Italia dei Valori

Elezioni, Roberta Lerici IDV

Elezioni, R. Lerici IDV “Con le parole del vescovo di Gravina, io chiudo la mia campagna elettorale”
DI Roberta Lerici

E’ stata un’esperienza faticosa ma bella, per me che non avevo idea di cosa volesse dire essere “candidati”. Ho conoscuto molte persone, e in tanti mi avete scritto per sostenere questa battaglia a favore dei bambini. Non so se sarete in tanti a votare per l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro che mi ha offerto questa possibilità. Ma spero che sarete in tanti ad aiutarmi a difendere i bambini comunque vadano le cose.
Vi ricordo che per votare per me, non bisogna mettere il mio nome, ma fare solo una croce sul simbolo di Di Pietro-ITALIA DEI VALORI (Trovate tutto sul volantino sul sito). Il fatto che qualcuno reputi Di Pietro solo un “giustizialista” è profondamente sbagliato. Io credo che la legalità sia l’unica strada da percorrere affinchè la politica possa riacquistare credibilità ai nostri occhi. Il concetto di legalità è ampio e abbraccia tanti aspetti della nostra vita. Se un concorso non è truccato, lo vinceranno i migliori, e saranno i migliori ad occupare posti in cui si richiede capacità. Se un primario è nominato dai politici, potrebbe non essere il migliore, e la salute dei cittadini potrebbe essere messa a repentaglio. Se un appalto è truccato, il lavoro costerà dieci volte di più e magari sarà fatto male. Questa è la legalità che dovrà impedire situazioni incredibili come quella dei rifiuti in Campania. Ma la legalità è anche non candidare persone che abbiano in corso processi o siano stati condannati. Di Pietro è stato l’unico a richiedere il certificato penale a tutti i candidati. Credo che questo sia un segnale importante da dare ai cittadini. Ho conosciuto il capo della segreteria politica di Di Pietro, Stefano Pedica, più di un anno fa, perchè mandai una mail a Di Pietro quando nessuno si interessava della situazione della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio, in cui una preside aveva sbattuto fuori i genitori dalla scuola ed era impossibile avere un colloquio con le maestre. Naturalmente, sono state altre istituzioni contattate a risolvere poi la situazione (l’Ufficio Scuola della Regione Lazio, il Ministro Fioroni, la Bicamerale Infanzia, ecc.), ma Stefano Pedica mi ha ricevuto subito, e ha presentato interrogazioni parlamentari, proposte di legge, ha diffuso i dossier sui casi di pedofilia nelle scuole che io avevo raccolto e di cui nessuno parlava. Hanno dimostrato, insomma, di avere a cuore la tutela dell’infanzia.
“Abbiamo cominciato questa battaglia insieme e vorrei che la continuassimo insieme”
E’ stato questo il modo in cui l’italia dei valori mi ha chiesto di candidarmi al senato. Io sono rimasta sorpresa, non me lo aspettavo.
Ho accettato dopo averci pensato qualche giorno, perchè non sapevo cosa fare. Ora sono contenta, perchè in questa campagna elettorale, sono stati davvero in pochi a parlare di tutela dei bambini in modo approfondito. Come ho già avuto modo di dire, non basta dire che si vole combattere la pedofilia o lanciare slogan di condanna. Ci vogliono programmi di prevenzione, provvedimenti specifici, di cui, nelle poche occasioni che ho avuto, ho parlato forse soltanto solo io.
La tutela dell’infanzia è un’emergenza nazionale, questo devono ricordarlo tutti, a prescindere da chi vincerà le elezioni. E forse, l’unica persona che è riuscita a fare un discorso serio sull’infanzia in questi giorni di parole lanciate alla gente come caramelle, è monsignor Paciello, vescovo di Gravina, ai funerali di Francesco e Salvatore, i fratellini.
Ed è con le sue parole che io “chiudo la mia campagna elettorale” :
“Dobbiamo amare i bambini”
“Laggiù, Francesco e Salvatore certamente hanno invocato aiuto, hanno sperato fino alla fine che qualcuno li sentisse; ma, tutti e due, e specialmente il più piccolo, Salvatore di nome, morto perché voleva essere salvatore di fatto del fratello, hanno fatto l’esperienza più dolorosa della solitudine vera, dell’abbandono senza speranza.
Vorrei raccogliere quelle grida, quelle invocazioni e da questa Cattedrale farle rimbalzare lì dove si decidono le sorti del nostro Paese e dei nostri paesi. Tanti potenziali Ciccio e Tore, cioè ragazzi che, usciti di casa corrono rischi e pericoli di cui non sono coscienti, ce ne sono stati, e ce ne saranno nelle nostre città.
Non voglio strumentalizzare la morte dei fratellini, per lanciare anatemi; ma non dobbiamo permettere che la morte di Ciccio e Tore, lasci il mondo come si trova.

Dal sito: www.bambinicoraggiosi.com

giovedì 10 aprile 2008

Pedofilia - Condannato un sacerdote

PEDOFILIA: CONDANNATO UN SACERDOTE

LA SENTENZA
Pedofilia, condannato un sacerdote
L'inchiesta era cominciata nel 2005. Il pubblico ministero aveva chiesto sei anni, ma il giudice ha optato per una condanna esemplare: sei anni e dieci mesi al prete accusato da insegnanti e genitori. La difesa: "Faremo appello" .

Ferrara, 10 aprile 2008 - Sei anni e dieci mesi: questa la condanna che il tribunale di Ferrara ha inflitto al 68enne sacerdote della Diocesi di Bologna che il 2 marzo del 2005 fu arrestato per presunti abusi sessuali ai danni di dieci bambini dell’asilo parrocchiale del ferrarese che gestiva all’epoca dei fatti. La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dal collegio giudicante (presidente Francesco Caruso, a latere Franca Oliva e Monica Bighetti) dopo sei ore di camera di consiglio e al termine di un processo durato un anno e molte udienze a porte chiuse.

Il sacerdote (difeso dagli avvocati Milena Catozzi di Ferrara e Giuseppe Pavan di Padova) è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali verso bambini minorenni — consistenti in palpeggiamenti nelle parti intime, baci sulla bocca e altre oscenità — e di abusi sessuali (nella fattispecie palpeggiamenti) verso due insegnanti della scuola. Una pena esemplare se si tiene conto del fatto che il pm Filippo Di Benedetto aveva chiesto sei anni. Oltre alla pena principale, che sconterà in carcere, il prete è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una provvisionale tra i due e i tremila euro per ogni bambina molestata sessualmente, anche se l’esatta quantificazione del risarcimento danni sarà effettuata in sede di processo civile.



Il collegio giudicante, che — di fatto — ha accolto in toto l’impianto accusatorio del pm Di Benedetto, ha ritenuto credibili e fondate le accuse contenute nelle testimonianze oculari delle insegnanti, delle cuoche e delle ausiliarie della scuola materna ferrarese, che hanno riferito in aula numerosi episodi verificatisi durante gli anni scolastici 2003-2004 e nei mesi successivi precedenti gli arresti domiciliari. Bocciata, invece, la tesi difensiva, che aveva fatto leva sul rancore provato verso il prete da due insegnanti che, nel settembre del 2004, egli stesso aveva licenziato dalla scuola per poi riassumere pochi mesi dopo su pressione dei genitori dei bambini. Rancore che, secondo la difesa, sarebbe stato alla base delle accuse di molestie.



L’inchiesta della procura ferrarese è iniziata nei primi mesi del 2005 dopo che alcune insegnanti, non senza timori e dubbi, avevano presentato ai carabinieri di Ferrara una denuncia nei confronti del sacerdote, nato a Verona ma attivo nella parrocchia ferrarese dove ha sede la scuola da lui gestita. In quell’occasione, le due donne raccontarono ai militari alcuni episodi circostanziati di molestie ai danni di una decina di bimbi dell’istituto. Si trattava di carezze un po’ troppo spinte, palpeggiamenti e strofinamenti nelle zone intime e baci sulla bocca.



A convincerle a parlare e a vincere gli iniziali timori reverenziali verso l’uomo era stata la direttrice della scuola materna, chiamata alcuni mesi prima dallo stesso religioso per coordinare l’attività didattica e seguire meglio gli aspetti organizzativi. Lei stessa, infatti, non solo era venuta ben presto a sapere dalle maestre e dalle ausiliare (in lacrime) di alcuni episodi emblematici accaduti in passato ma era stata addirittura testimone oculare di numerose attenzioni morbose del prete verso una bimba kosovara, ospite della parrocchia assieme alla madre, al padre e ai fratellini. In particolare, secondo le testimonianze raccolte in aula, l’uomo era solito baciare la minorenne sulla bocca.



Un fatto che era subito sembrato strano alla nuova direttrice, al punto da convincerla a denunciare questo ed altri episodi ai carabinieri assieme alle insegnanti. Ma la curia sapeva? Durante le udienze dibattimentali si è parlato per l’appunto di un incontro tra la stessa direttrice e monsignor Ernesto Vecchi, vicario del vescovo di Bologna Carlo Caffarra, in merito alla condotta del sacerdote ferrarese. In quell’occasione, l’esponente della curia aveva preso atto della situazione dipingendo l’uomo come 'malato'. Circostanza, questa, non confermata poi in aula. Prima della denuncia, altri colloqui erano stati condotti anche con una suora del paese — che aveva promesso il proprio interessamento presso le autorità religiose — e con un responsabile degli asili cattolici della zona. Avvisato o redarguito dai suoi superiori, il sacerdote si era tranquillizzato per alcuni mesi fino a quando non erano ripresi gli atteggiamenti osceni nei confronti della bimba kosovara.


Fonte: Il Resto Del Carlino

sabato 5 aprile 2008

Pedofilia on-line: arrestato un ingegnere informatico di Milano

fonte: il giorno
PEDOFILIA ON LINE
Arrestato un ingegnere informatico
Il procuratore: "Cose raccapriccianti"
L'uomo, sposato e con due figli, è stato trovato in possesso di 200 giga byte di materiale tra cui gli agenti hanno sequestrato almeno 1.700 video e oltre 70 mila immagini. L'ingegnere scambiava materiale con altri pedofili. L'operazione è stata eseguita dalla Polizia postale e delle comunicazioni di Torino


Milano, 4marzo 2008 - Un ingegnere, impiegato in una ditta informatica dell'hinterland milanese, dalla vita apparentemente regolare e 'pulita' è stato arrestato dalla polizia postale di Torino per diffusione di materiale pedopornografico. L'operazione è stata eseguita dalla Polizia postale e delle comunicazioni di Torino. Agli agenti ha subito ammesso le proprie colpe. Abitava in Brianza ed e' sposato, con due figli. Nei 200 giga byte di materiale sequestrato, ci sono almeno 1.700 video e oltre 70 mila immagini. ''Si vedono - hanno commentato il procuratore capo Marcello Maddalena e il suo aggiunto Pietro Forno - cose raccapriccianti. Si tratta di materiale nuovo che non era mai stato riscontrato in precedenti inchieste legate ai pedofili. Non sappiamo se si tratta di immagini registrate in Italia o all'estero. Adesso analizzeremo tutto il materiale per risalire all'origine''.



L'uomo era solito a scambiare materiale con altri pedofili quando era all'estero per conto della sua ditta. Nell'ambito della frequentazione di una chat, si e' imbattuto con l'agente della polizia postale torinese sotto copertura che e' riuscito a carpire la sua fiducia dopo 18 mesi di scambi assidui, quasi giornalieri. E' stato lo stesso ingegnere ad indicare al falso collega un canale per soli pedofili ad invito e ad indicargli un sistema criptato per lo scambio di video e immagini che la polizia non aveva mai incontrato in analoghe inchieste. Era talmente sicuro l'ingegnere della segretezza del sistema usato, a tal punto che in molti video viene mostrato senza problemi anche il volto degli stessi pedofili.


L'ingegnere milanese è stato preso nell'autogrill di Settimo Torinese, sull'autostrada Torino-Milano. ''La particolarita' di questa inchiesta - hanno detto Giusi Territo e Fabiola Silvestri, la dirigente e la responsabile delle operazioni del compartimento postale di Torino - e' quella di essere riusciti a portare allo scoperto il pedofilo. E' un caso rarissimo''.Per non far scoprire il materiale alla propria famiglia, l'ingegnere nascondeva gli hard disk in elettrodomestici e videoregistratori che aveva nel suo studio, in casa.

PEDOFILIA - TEXAS Setta di mormoni poligami

Accuse a setta di mormoni poligami. Affidate ai servizi sociali 52 bambine
La setta segue gli insegnamenti di Warren Jeffes, "profeta" 50enne condannato nel novembre scorso a dieci anni di carcere per aver costretto un'adolescente a sposare un cugino appena maggiorenne. Sono in corso indagini per verificare se siano stati commessi reati di pedofilia.


La polizia ed i servizi sociali texani hanno compiuto un raid in un ranch in Texas della setta di Warren Jeffs, leader di un gruppo mormone che pratica la poligamia ora in prigione, per prelevare 52 bambine, tra i 6 mesi ed i 17 anni.

L'azione è scattata a seguito dell'inchiesta su abusi sessuali ai danni di una ragazza di 16 anni. Ma secondo i portavoce del Child protective service, sono state individuate altre vittime di abusi: "ci sono prove di abusi che sono stati compiuti o che erano imminenti, non è sicuro per questi minorenni rimanere nel ranch" hanno dichiarato.


Nell'operazione, che è durata tutta la notte dopo che la polizia ha chiuso tutte le vie d'accesso al ranch che si trova in una zona isolata nei pressi di Eldorado, nel Texas occidentale, è stato arrestato un uomo di 50 anni che ha avuto un figlio con una ragazza di 16 anni.



Jeffs, 52enne 'profeta' della setta che ha oltre 10mila adepti, è stato condannato a 10 anni di prigione nello Utah per complicità in violenza sessuale, per aver costretto una ragazza di 14 anni a sposare il cugino di 19. Ora l'uomo dovrà essere processato anche in Arizona, per complicità in incesto e violenze sessuali su minori.

mercoledì 2 aprile 2008

Bambina violentata: arrestata pedofilo

Fonte: L'Espresso
LANCIANO. L’orrore è in tre disegni. Lei, 11 anni appena e portatrice di un piccolo handicap, li ha fatti a scuola. «Vedi? Giocavamo così», ha raccontato all’assistente sociale incuriosito da alcuni strani atteggiamenti della piccola. Sul foglio immagini di sesso, inequivocabili. E’ cominciata così l’inchiesta che ha portato in carcere un presunto pedofilo, L.C., di 72 anni. Il vicino di casa, amico della famiglia della bambina, si faceva chiamare “zio”. E’ accusato di violenza sessuale aggravata. Gli abusi sarebbero avvenuti nell’estate 2007 in una palazzina alla periferia della città.
Lunedì sera i carabinieri hanno bussato alla porta di casa del pensionato, gli hanno consegnato l’ordine di custodia cautelare firmato dal Gip Massimo Canosa su richiesta del procuratore Tullio Moffa e l’hanno portato in carcere. L’uomo è rinchiuso a Villa Stanazzo, in isolamento per evitare possibili ritorsioni da parte degli altri detenuti. Entro domani è previsto l’interrogatorio di garanzia. «Una storia raccapricciante», l’ha definita il pm Moffa.
Una storia senza molti dettagli, esclusivamente per tutelare la minore. Secondo le accuse, le attenzioni morbose di L.C. nei confronti della bambina sono iniziate nell’estate scorsa. Il 72enne, originario di Roma, vive nello stesso palazzo della famiglia della piccola. Con la scusa di offrire gelati e merendine o di far vedere cartoni animati, il presunto pedofilo avrebbe portato la piccola nel suo appartamento e qui sarebbero avvenuti gli abusi. Quattro mesi di orrori. Mamma e papà della bambina si sono sempre fidati del vicino. «Lo conoscevamo da anni, era una sorta di zio. Non c’erano mai stati sospetti sul suo conto. Ed era così gentile», hanno confermato agli inquirenti.
I dubbi sono esplosi a settembre, con la riapertura della scuola. Dal comportamento della bimba un assistente sociale ha capito che qualche cosa non andava. Le prime confidenze, poi i disegni a confermare i sospetti. Disegni ripetuti anche di fronte ai carabinieri esperti in servizi sociali, che col tempo hanno saputo conquistare la fiducia della piccola. Le indagini sono proseguite per mesi e alla fine il materiale raccolto ha convinto il gip a emettere il provvedimento di custodia. La bambina è stata sottoposta anche a visita medica. «I disegni sono inequivocabili», precisano i carabinieri della compagnia di Lanciano, «inchiodano alle sue responsabilità l’arrestato».
Adesso si indaga sul passato del presunto pedofilo. Finora non risultano denunce per altri episodi di violenza. Ma l’indagine è all’inizio.

Pedofilia: in Australia sconvolgente realtà

Fonte: www.agenziaradicale.com
Pedofilia: in Australia sconvolgente realtà
mercoledì 02 aprile 2008
In un rapporto di 600 pagine presentato oggi dall'ex giudice della Corte suprema australiana, Ted Mullighan, emerge una sconvolgente realtà. Centinaia di minori, sotto tutela dello stato dell'Australia meridionale, sono stati vittima di abusi sessuali da parte di preti, medici ed insegnanti. È quanto emerso da un'inchiesta durata tre anni, che ha indagato su centinaia di abusi in istituti governativi e non nell'arco di 40 anni, e che contiene 54 raccomandazioni per il governo statale.



Tra i 1900 testimoni, circa 800 sono stati vittime degli abusi e per la prima volta hanno ammesso le violenze subite. Le segnalazioni fatte alla polizia sono circa 170 e il numero dei presunti pedofili è di circa 434.

Il giudice Mullighan si è detto sconcertato di fronte ad una realtà così terribile e difficilmente accettabile. "Sono rimasto sconvolto e inorridito dalla maniera in cui i bambini sono stati sfruttati, abusati e minacciati, e abbiano vissuto in quella situazione per anni senza poter fare nulla", ha dichiarato, aggiungendo, poi, che ciò che è stato scoperto finora è soltanto la "punta dell'iceberg", e che probabilmente esistono situazioni simili in tutti gli stati d'Australia.


Intanto la Chiesa cattolica non si è pronunciata contro le accuse mosse ai suoi preti, mentre quella anglicana ha riconosciuto parte delle responsabilità ed ha esortato lo Stato ad adottare le 54 raccomandazioni.


L'arcivescovo di Adelaide Jeff Driver ha, inoltre, espresso rincrescimento per il fatto che parte degli abusi siano stati commessi in istituzioni anglicane, affermando che desidera "reiterare le nostre scuse per cose che sono accadute nel passato, e anche assumerne l'impegno ad una risposta appropriata a qualsiasi questione residua che abbiamo bisogno di trattare".

Molesta le nipotine ma viene assolto


Nella foto: Avv.Acquarowww.ilsecoloxix.it/la_spezia 02 aprile 2008
Molesta le nipotine, ma viene assolto.
Le accuse erano terribili: pedofilia e maltrattamenti in famiglia. Atti sessuali con due nipotine acquisite che al momento delle molestie avevano quattro anni e maltrattamenti alla moglie con percosse e umiliazioni che non sono mai cessate durate l’intera vita matrimoniale.

Per quei reati però l’imputato, che all’epoca dei fatti abitava a Santo Stefano Magra, e oggi ha 88 anni non ha fatto né farà neppure un giorno di galera. L’avvocato Katia Acquaro che lo difendeva è riuscita a ottenere l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione. A pronunciare la sentenza è stato ieri mattina il presidente del collegio giudicante, Giulio Cesare Cipolletta, con giudici a latere Paolo Scippa e Giuseppe Pavich. A carico dell’imputato restano le accuse del pubblico ministero e le denunce delle tre donne nei suoi confronti ma il reato è prescritto, almeno per la parte della pedofilia, e per questa ragione in aula non si è neppure iniziato il dibattimento e quindi non sono state provate le accuse che restano solo un racconto di parte non confortato da nessuna prova testimoniale .

Le due bimbe, nipotine acquisite, furono molestate per anni. Prima la più grande che aveva quattro anni e poi l’altra quando ha raggiunto la stessa età. Comportamenti terribili secondo il capo di imputazione con atti osceni, palpeggiamenti e anche penetrazioni con le dita. Tutto cominciò nel giugno del 1987 quando la bimba più grande aveva appena compiuto i quattro anni e terminò nel giugno del 1993. Il fatto che l’ultimo episodio risalga proprio a questo mese ha fatto scattare la prescrizione. Solo dopo anni e quando hanno raggiunto la maggiore età le due ragazze hanno trovato il coraggio di denunciare il “nonno-orco”. Troppo tardi però perché la “Cirielli” ha ulteriormente ridotto i tempi di prescrizione del retato al punto che quando hanno presentato la denuncia di fatto per le nuove norme il reato era già estinto. Non è invece prescritto il reato di maltrattamenti alla moglie perché le vessazioni durarono sino al 2005 quando la donna trovò il coraggio di abbandonare la casa e, assieme alle due nipoti, denunciare tutto.

Alla donna sposata in seconde nozze l’uomo riservava un trattamento da marito padrone. Insulti quotidiani, botte, schiaffi e calci con cui la buttava giù dal letto anche durante la notte. Le impediva di andare da sola a fare la spesa, le dava solo pochi spiccioli e poi quando era ubriaco defecava e urinava sui pavimenti dell’abitazione costringendo la povera donna a un penoso lavoro di ripulitura: lei può ancora sperare in una condanna del “marito-padrone” perché il reato non è ancora estinto.